Le misure di lunghezza
Quest’anno affronteremo solo le misure di lunghezza. Se i bimbi comprendono bene queste misure, comprenderanno bene anche le altre.
Prima di scrivere sul quaderno le definizioni e le scoperte, c’è stata una fase preparatoria con un laboratorio di ricerca scoperta. Per questa attività ho fatto riferimento al Laboratorio DiMat, se ti interessa lo trovi a questo link.
Ho chiesto loro di misurare il banco. Qualche bimbo sa già che si misura con il metro. “Come facciamo maestra, non abbiamo il metro?”
“Bimbi, ma come si è arrivati al metro? Come potremmo misurare il banco senza lo strumento?”
Allora qualcuno ha ipotizzato “Con il palmo della mano!”… Abbiamo misurato e scoperto che avanzava sempre un “pezzettino” di banco e che le misure inoltre non corrispondevano, perché le nostre mani non hanno la stessa misura.
Abbiamo quindi concluso che è meglio creare uno strumento di misura valido per tutti.
Un bambino ha ipotizzato di usare la matita,. ma anche lì ci si è accorti che se avanza un pezzettino di banco non riusciamo ad essere precisi ed inoltre le matite non hanno tutte la stessa lunghezza.
Allora un bimbo ha detto che lui nell’astuccio aveva un righello. Io ho ricordato che ancora non è stato inventato il metro e il righello nella nostra ipotesi.
Avremmo dovuto quindi costruire noi uno strumento. Alla fine siamo arrivati alla conclusione di costruirlo con della carta, come fanno nei negozi dove vendono mobili, qualcuno ha suggerito.
Hanno deciso di usare il palmo della mano, quello della maestra, 2 volte perché è comodo ed è più grande, qualcuno ha esclamato.
Ho chiesto loro di dare un nome allo strumento, dopo un’accesa discussione l’hanno chiamato DONK.
Misuriamo il banco in donk. Anche una parete dell’aula, la lavagna, la porta… Tutto in donk! L’unica difficoltà sono i pezzettini di banco che avanzano.
Finalmente qualcuno ha ipotizzato di creare uno strumento più piccolo del donk, il TINK.
E’ una misura diversa rispetto al donk… No, maestra lo prendiamo dal donk… e come? lo dividiamo in 10 parti uguali e poi in 100… Nel righello è così…
Insomma alla fine si è capito perché l’unità di misura del metro é divisa in 10, 100 e 1000 parti o può essere 10, 100, 1000 volte più grande.
Il nostro donk è il decimentro, il tink il cm…
Tutto dopo è stato più semplice.
Il laboratorio qui descritto non è semplice da spiegare. La cosa importante è far capire i concetti. Prima di fare la classica lezione, che rischierebbe di diventare solo nozionistica, è sempre consigliabile una o più lezioni di ricerca scoperta.
Con gli anni ho appreso che con questo tipo di lezione si apprende più facilmente e le esperienze rimangono impresse nella mente del bambino. Non è tempo perso, anzi, è tutto guadagnato. Alla fine verbalizziamo sul quaderno.
Ci esercitiamo con un po’ di equivalenze.
Un’equivalenza è un’uguaglianza tra due espressioni che usano un’unità di misura, per la quale si cercano i valori da attribuire affinché sia vera. In altre parole, significa scrivere la stessa quantità in due modi diversi.
Per comprendere le equivalenze occorre avere chiare le unità di misura, senza le quali non sapremmo come convertire i valori richiesti.
Come si svolgono?
Per convertire un’unità di misura in un’altra occorre contare quanti spazi le separano, e verificare se sono verso destra o verso sinistra.
Se li contiamo verso destra dobbiamo moltiplicare il valore iniziale, se sono verso sinistra dobbiamo dividere.
Moltiplicare significa spostare la virgola (del nostro valore) verso destra, dividere significa spostare la virgola verso sinistra.
Meglio eseguire le misure sempre con la scala a disposizione.
Un po’ di problemi con qualche scheda presa dal libro di Bortolato.
Un po’ di coding per rilassarci.
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